Nella calma e tranquillità del cuore ...
Guida utile
le regole di base...
Il Rosario è un metodo di preghiera e dunque ci sono regole per recitarlo e possono presentarsi dei problemi.
Ecco alcune indicazioni per ben procedere, cioè per ben pregare.
I. Elementi essenziali o “schema tipo”
La preghiera del Rosario comprende i seguenti atti:
Inizio
Si può iniziare con il Segno della Croce (meglio tenendo in mano il crocifisso della corona), oppure con la formula: «O Dio vieni a salvarmi / Signore vieni presto in mio aiuto. / Gloria al Padre ecc.».
Enunciazione del mistero
Padre nostro
10 Ave Maria
Gloria
Conclusione dopo la quinta decina
Terminato l’ultimo mistero si aggiunge:
Secondo le intenzioni del Sommo Pontefice per l’acquisto delle sante Indulgenze: Padre nostro… Ave Maria… Gloria al Padre…
Si prosegue dicendo o cantando:
Salve, Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra, salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo, gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.
Oppure un’altra Antifona mariana.
V/. Prega per noi Regina del santo Rosario.
R/. E saremo resi degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo. O Dio, il cui Figlio Unigenito con la sua vita, morte e risurrezione ci ha meritato il premio della salvezza eterna, a noi che abbiamo meditato questi misteri con il Rosario della Beata Vergine Maria, concedi di imitare ciò che contengono e di conseguire quanto promettono. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Immagine utile schema visivo
III. E i grani aggiunti alla corona?
Le antiche corone terminavano con una crocetta e l’attuale appendice compare dal sec. XVI. Oggi per lo più non la si utilizza e non c’è unanimità di pareri al riguardo.
In pratica, chi all’inizio volesse utilizzare oggi i grani aggiunti potrebbe fare così: / Crocifisso: Segno della Croce e Credo / 1° grano: Padre nostro / 2°-4° grano: 3 Ave / 5° grano: Gloria /.
IV. I Misteri “complementari”
La Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti in data 17.12.2001 ha emanato il Direttorio su pietà popolare e liturgia, dove al n. 200 si rileva che la distribuzione dei misteri nei giorni della settimana, «se rigidamente osservata, può dar luogo a un contrasto tra il contenuto dei misteri e il contenuto liturgico del giorno: si pensi alla recitazione dei misteri dolorosi in un Natale che cada di venerdì. In questi casi si può ritenere che la caratterizzazione liturgica di un determinato giorno prevalga sulla sua collocazione nella settimana; come pure che non sia estraneo alla natura del Rosario compiere, in particolari giorni dell’Anno liturgico, appropriate sostituzioni di misteri (…). Così, ad esempio, agiscono correttamente i fedeli che il 6 gennaio, solennità dell’Epifania, recitano i misteri gaudiosi e quale quinto mistero contemplano l’adorazione dei Magi anziché il ritrovamento di Gesù dodicenne nel tempio di Gerusalemme».
E ovviamente sono possibili altre sostituzioni complementari.
V. Le indulgenze
Premesso che l’indulgenza è la remissione della pena temporale per i peccati grazie a un intervento della Chiesa ed è parziale o plenaria a seconda che libera in parte o in tutto dalla predetta pena temporale, il n. 17 del Manuale delle Indulgenze quanto al Rosario prevede:
«Si concede l’indulgenza plenaria al fedele che:
1. recita devotamente il Rosario mariano in chiesa od in oratorio, oppure in famiglia, in una comunità religiosa, in una associazione di fedeli (…);
2. si unisce alla recita di questa preghiera, mentre viene fatta dal Sommo Pontefice, e trasmessa per mezzo della televisione o della radio.
Per l’indulgenza plenaria (…):
– è sufficiente la recita di cinque decadi; ma devono recitarsi senza interruzione;
– alla preghiera vocale si deve aggiungere la pia meditazione dei misteri (…).
Nelle altre circostante invece l’indulgenza è parziale (…)».